Wicca. Vita da strega

gennaio 6, 2007

wicca.gifll cosiddetto neo-paganesimo è un fenomeno che si sta diffondendo sempre più fra le estrazioni sociali e culturali più diverse, con un gradimento più manifesto da parte dei giovani. Nuove religiosità traggono la propria ispirazione dalle culture precristiane, anzitutto celtiche, romane e greche per approdare a una spiritualità tagliata sulle esigenze del mondo moderno, arricchita spesso da un funzionale esoterismo espresso attraverso un simbolismo accessibile e largamente fruibile. Un fenomeno  che sta uscendo dall’amatorialità individuale per trovare un sempre più vasto consenso.

La Wicca è la religione più diffusa negli Usa dove è ufficialmente riconosciuta, e i wiccan fanno opinione più della locale comunità cristiana.

Affrontiamo il tema attraverso due visioni differenti, quella di Morgana, popolare strega wiccan, e Carlo Climati, giornalista e scrittore cattolico che per le edizioni Paoline ha curato una serie di pubblicazioni sul tema.

E partiamo da Morgana, curatrice del sito www.stregadellemele.it«Abbraccio gli alberi – scrive nel messaggio di benvenuto – parlo con il vento. Loro sentono i miei sussurri e rispondono silenzio samente, come solo le anime sanno parlare. Ballo sotto la pioggia, scorre la linfa lunare nel mio sangue. Sono figlia, madre e sorella della Dea».
Alla domanda su chi sono e cosa rappresentano per la wicca la Natura, la Dea ed il Dio, risponde così: «Possiamo immaginare gli Dei in molte forme, aspetti, immagini. Questo perché ogni immagine racchiude l’aspetto che la Divinità ha per Noi. Io personalmente credo nel principio maschile e in quello femminile, il Dio e la Dea, parte dell’Uno. Non conosco i loro nomi perché sono abituata a chiamarli con tutti i nomi del mondo. Mi insegnano infinito amore e abbandono per la fiammata che sento dentro ogni giorno, l’esistenza».sito-morgana.jpg
Morgana spiega così il suo essere “strega”: «Esistono molte tradizioni, io seguo la religione Wicca». Morgana lo definisce «un percorso di continua conoscenza, che ci spinge a riconoscere il nostro amore per la divina bellezza dell’universo. Non esiste Bibbia e non esiste nessun profeta. Esiste una sola e semplice regola: “finché non fa male a nessuno fa ciò che vuoi».
Morgana parla di religione che «affonda le sue radici nel paganesimo, sebbene sia stata codificata soltanto di recente, è la religione dei nostri antenati, di coloro che ancora sapevano parlare alla luna, armonizzarsi con i cicli e che personificavano gli elementi, rispettandoli e amandoli nel fragile e delicato dicotismo della vita: l’equilibrio tra maschile e femminile. È un percorso di autoconsapevolezza, di risveglio del nostro sè divino, attraverso stadi meditativi, astrali, rituali. Oggi, essere wiccan, è probabilmente accettare una condizione di streghe metropolitane. I ritmi ormai frenetici, ci costringono ad allontanarci dalla via dell’antica saggezza delle sacerdotesse di un tempo. E la nostra volontà risiede nell’insegnare a noi stessi l’armonia dei cicli stagionali».

Una sorta di femminismo ante litteram, anche se in termini lirici: «Anticamente – prosegue Morgana – prima delle società patriarcali, era semplice riconoscere anche il femminile del divino. Bastava guardarsi attorno per riconoscere l’importanza del femminino, del suo equilibrio con ilmaschile. La Grande Dea Madre era adorata a viveva attraverso i poteri della Natura. E vive ancora adesso. Basta poco per sentirla ancora». wicca.jpg

Come? La soluzione è racchiusa in una sintesi poetica: «Si può iniziare, tornando nuovamente a celebrare il mutare delle stagioni. Attraverso l’anno tenendo per mano la Terra Madre nei suoi percorsi di luce, di ghiaccio, di sangue e di rugiada. Onorare il rinnovamento della vita, l’inizio della crescita, la rinascita dei germogli, l’amore e la passione, il primo biondo raccolto, la fruttificazione, l’ultimo raccolto d’arancio, la fine ed il passaggio».

Ma la strega metropolitana rifiuta il concetto di paganesimo nemico cristianesimo: «Io credo nel rispetto e il rispetto non contempla il “contro”.Ma il rispetto non è mai unilaterale, deve venire da entrambe le parti».
Si pensa a una strega e la mente va all’idea di fare incantesimi, attività che Morgana non disconosce: «Assolutamente sì. La magia ha come definizione un cambiamento portato consciamente attraverso il pensiero e l’azione. Non ha nessun “colore”, nessun particolare allineamento e ciò significa che non è nera, bianca, viola o rossa, buona, o cattiva. È l’uso che ne facciamo a determinarlo. Io personalmente, quando lavoro magicamente, su me stessa unicamente, lo faccio sempre con un ottimo motivo. Credo che sia un dono, di cui non dobbiamo abusare”.

Sull’altro fronte della barricata, c’è Carlo Climati, scrittore e giornalista, autore di numerosi saggi sull’argomento per le edizioni Paoline. Tra i suoi libri: I giovani e carlo-climati-foto.jpgl’esoterismo, Il popolo della notte e I giochi estremi dei giovani (tutti pubblicati con le edizioni Paoline). Il suo sito è: www.carloclimati.com.  Nel suo libro I giovani e l’esoterismo definisce questo fenomeno come un virus che colpisce i più giovani. Tanto interesse per certe nuove vie di conoscenza e spiritualità viene così spiegato da Climati: «È indubbio un proliferare di nuove religioni che richiamano le proprie origini in un antico paganesimo». Ma è davvero difficile riuscire a immaginare un Giulio Cesare o un Alessandro Magno vegetariani o aspiranti asceti, e per questo è difficile riconoscere un fondato collegamento fra questo neo-paganesimo e quello d’epoca classica.

«Quello che io vedo – aggiunge lo studioso cattolico – in quest’epoca, è soprattutto un abbassamento culturale spaventoso. Per questa ragione, non vedo collegamenti tra il neo-paganesimo e l’epoca classica. Oggi, nell’era della scienza e della Dea Ragione, spesso dominata da un rifiuto pregiudiziale della presenza di Dio, si sta verificando un fenomeno curioso: il ritorno della magia e della superstizione».

Secondo Climati «esoterismo, occultismo, spiritismo e astrologia sembrano trovare energie nuove e terreno fertile nella credulità popolare di milioni di persone, soprattutto attraverso i mezzi di comunicazione ». L’esempio è sotto gli occhi di tutti: «Basta accendere la televisione, a qualunque ora – osserva – per trovarsi di fronte a maghi e cartomanti che vendono amuleti o leggono i Tarocchi. Mentre le edicole si riempiono di riviste che promettono di cambiare la vita delle persone con riti esoterici».

Un fenomeno che sembrerebbe essere in contrasto con lo straordinario bisogno di razionalità e di “toccare con mano” che caratterizza i nostri tempi.
«Nell’epoca dei computer e delle conquiste dello spazio, non si dovrebbe certamente ricorrere ad un talismano per ritrovare fiducia in sé stessi. Eppure, questo è esattamente ciò che sta accadendo».

Climati invita a riflettere «sulle parole fumose che utilizzano i maghi». La citazione attinge alla terminologia classica: «Dicono saper togliere la “negatività” e di donare la “positività”. E poi, fanno grande uso di un termine che non significa nulla: “energia”. Nessuno è in grado di spiegare che cosa sia. Eppure, affermano di vendere amuleti carichi di “energia positiva”, in grado di portare fortuna e cambiare la vita delle persone da un giorno all’altro. Queste parole, purtroppo, stanno passando lentamente dal mondo dei maghi al linguaggio comune ». Secondo lo scrittore «il neopaganesimo di oggi ha radici diverse dall’era classica. È alimentato, in gran parte, da un altro fenomeno esploso negli ultimi anni: il “New Age” (la “Nuova Era”), una specie di grande “frullatore” in cui convivono differenti idee, religioni, filosofie e pratiche esoteriche».climati-giovani-esoterismo.jpg

Sulla Wicca, la posizione di Climati è scontata: «Ovviamente, essendo cattolico, non posso condividerla, ma, al tempo stesso, cerco di guardarla con grande rispetto, perché mi rendo conto che molti giovani la vivono in buona fede, come una vera e propria religione». Il ragionamento verte su un altro aspetto: «Dovremmo interrogarci sul perché tanti giovani sono affascinati da queste forme di neopaganesimo. Credo che sia importante invitare i ragazzi a riscoprire il significato della spiritualità cristiana, cominciando a ritrovare la gioia di annunciare Gesù. Forse negli ultimi anni sono stati commessi alcuni errori. C’è stata la moda di ridurre il cristianesimo ad una specie di filantropia. Si pensa che la cosa più importante sia impegnarsi nel volontariato, nell’aiuto ai poveri, ai malati, ai più deboli».

Climati coglie l’occasione della diffusione di questo fenomeno per lanciare l’allarme: «Se riduciamo il cristianesimo ad una dimensione troppo “terrena”, finiremo per trasformarlo in un servizio sociale. Dobbiamo, invece, mostrare agli altri l’esempio di un giusto equilibrio tra spiritualità e concretezza. Altrimenti, i giovani prenderanno altre strade e cercheranno altre forme di spiritualità, anche neo-pagana».